Filosofia dell’Apoteosi

Lo stato di Apoteosi coincide con la realizzazione della forma assoluta. La forma assoluta sei Tu. L’Ego è la forma assoluta, l’Ego è l’Apoteosi, sei tu che ti realizzi. E’ l’individuo, e l’individuo per essere deve avere una forma. Non stiamo ovviamente parlando del corpo fisico. La nuvola ha un corpo? No, ma tu percepisci in essa una forma. Il prete è una forma? Sì, ma non è un corpo. Giorgio il prete è un corpo, ma il Prete è una forma, così come lo è il Marinaio o il Pittore.

L’Anima Transiente è una forma non ancora realizzata. Se non esistesse quella forma, non ci sarebbe nulla da realizzare. L’Anima realizza ciò che essa è, quella cosa unica e irripetibile che è l’Ego assoluto, vero, l’Individuo assoluto. E’ ciò che tu sei, e che ancora non è manifesto, ancora non esiste, perché non è realizzato.

Questa è la realizzazione: non è spogliarsi dell’ego, ma è realizzare l’Ego. Per poterlo fare, però, devi passare attraverso diverse fasi, devi indossare molti abiti. Scopri cosa c’è dentro quel prete, quel marinaio, quel pittore: qualcosa di talmente nuovo, che adesso non ha ancora un nome. Quel qualcosa sei tu, ma finché sei qui non hai ancora un nome. L’Anima Transiente, l’individuo contenuto in quel seme, in quell’utero, non è ancora nato. E potrebbe anche non nascere. Questa è l’incognita. Tu potresti non realizzarti, perché non sei obbligato ad accettare la tua forma. Ogni cosa, infatti, è stata costruita perché possa generare sorpresa. E anche il percorso che ti porta alla realizzazione è una sorpresa, ancora non è conosciuto, perché lo devi ancora sviluppare.

Detto questo, sappiate che non abbiamo la possibilità di modificare gli eventi. Non abbiamo potere sugli accadimenti, ma se non mi credete, prego sperimentatelo! E’ vero, le condizioni che sorgono molto spesso nel percorso della vita sono di dubbio e paura, che ti servono per poter fare quel passo oltre. Ma se tu lasci il corpo libero di trasportarti nel suo movimento naturale, egli ti guiderà. Il corpo fisico sa già cosa deve fare, si muove in modo naturale. Se lo lasci libero, lui ti porterà. Tu invece non sai cosa devi fare, perché ancora non sai chi sei. Non hai conoscenza, non puoi autodeterminare gli eventi futuri in questa dimensione; non puoi scegliere nulla, se non di compiere quel passo oppure no.

Il cosiddetto libero arbitrio consiste nello scegliere di realizzarti, di accettare la tua forma, di seguire il movimento naturale, oppure di dissolverti. Queste sono le due scelte possibili. Tutto il resto è stage, rappresentazione, come se ti trovassi in un tuo sogno. Il tuo massimo desiderio è quello di diventare un guerriero? E quindi? Bene, sei diventato un bravo spadaccino. Il corpo fisico poi muore. E’ tutto qui? L’Anima Transiente non è uno spadaccino, ma può indossare quella forma, può sentire ciò che è nello spadaccino, o nel pianista, o nel pittore.

Quella sensazione che spesso avvertite, e che si potrebbe definire di perenne insoddisfazione, in realtà è la percezione di un vuoto. Quando l’Anima si identifica completamente nel corpo fisico, è come se lo lasciasse solo. Esso ha come caratteristica fondamentale quella di essere un contenitore, ma in quel momento è come se non contenesse nessuno. Entra allora in sofferenza, perché non ha più un cavaliere. E’ come se l’Anima rinunciasse al suo compito di sperimentare e produrre esperienza, e lo trasferisse al corpo fisico, dandogli una responsabilità che non è la sua. Il corpo, infatti, ha semplicemente l’impulso di muoversi, tranquillamente e in modo naturale, ma non ha la responsabilità della realizzazione.

Quel vuoto sussisterà finché tu non riuscirai a sentire il tuo giorno, la tua notte, l’altra faccia della medaglia, l’Oltre. Quella è l’unica cosa che potrà colmarlo. Sei sempre Tu, l’altra parte di te.